E’ arrivato, infine, l’accordo tra i Paesi aderenti all’OPEC, l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio del Medio Oriente. Dopo un’altalena che ha tenuto in forse fino all’ultimo momento la possibilità di trovare un accordo, anche paventato dal Ministro Saudita fino a solo due giorni prima, a Vienna i Paesi si sono accordati per una riduzione di produzione di 1 milione e 200 mila barili al giorno.
I Paesi OPEC stanno cercando, ora, di trovare un accordo anche con altri Paesi produttori non OPEC, Russia in testa, per tagliare la produzione di altri 600 mila barili giornalieri. L’accordo ha avuto come effetto istantaneo un aumento di circa il 10%del prezzo al barile e anche gli automobilisti se ne sono accorti, trovando già stamane la benzina aumentata alle pompe.
L’aumento del prezzo del petrolio dovrebbe avere la conseguenza, sull’economia, di un incremento dell’inflazione, contribuendo a portarla in prossimità del 2%, provocando uno sviluppo più rapido delle economie mondiali. Si spera che anche l’Italia riesca ad approfittare di questa opportunità accompagnando la congiuntura favorevole con utili opere di sostegno all’economia, senza le quali il beneficio si spegnerà come un cerino.