Che la Smorfia Napoletana sia, a detta di tutti e senza ombra di dubbio, una vera e propria istituzione per il popolo partenopeo e non solo, non è certo una scoperta dell’ultima ora.
Questo libro trova le sue radici nella notte dei tempi, infatti, secondo alcuni studiosi, pare che abbia avuto origine dalla cabala ebraica, che usava dare ad ogni parola, lettera o segno della Bibbia un significato recondito associandone un numero e ad ogni numero dava un significato metafisico.
Ancor prima, secondo altri studiosi, si deve questa usanza di associare numeri ad eventi al grande matematico e filosofo greco Pitagora.
Nel II secolo dopo Cristo, quello che a detta di tutti è il precursore del grande Sigmund Freud, il filosofo e fisico greco antico Artemidoro di Daldi, scrisse quella che possiamo chiamare la prima smorfia, un libro dove vengono classificati tutti i tipi di sogni.
Anticamente le associazioni tra numeri e cose veniva tramandata oralmente, ma vista l’enorme quantità di abbinamenti questi vennero trascritti in un libro che si può definire tranquillamente il libro dei sogni. Successivamente, per dare anche agli analfabeti la possibilità di accedere a tali informazioni, vennero abbinate le immagini ai numeri.
Con la nascita del gioco del Lotto non a Napoli, dove arrivò solo agli inizi del ‘600, ma bensì a Genova nel 1539, fanno la comparsa le prime smorfie. Queste, nel tempo, hanno dovuto però lasciare spazio a quella napoletana, che grazie alla fervida fantasia partenopea è oggi la più diffusa.
I napoletani hanno creato, con il tempo, una sorta di venerazione nei confronti del Lotto, arricchendo di significati sempre più numerosi i numeri della smorfia.
Per il popolo partenopeo sognare è sempre stato sinonimo di numeri, e soprattutto di numeri da giocare al tradizionale Lotto. Questa usanza è stata perfettamente descritta da grandi personaggi napoletani quali Eduardo De Filippo nella commedia Non ti pago (1940), da Massimo Troisi, che assieme ad Enzo Decaro e Lello Arena, chiamano la loro compagnia “La smorfia”, e alla quale dedicarono numerosi sketch, per non parlare del film “Così parlò Bellavista”, tratto dal romanzo omonimo, sceneggiato e diretto da Luciano De Crescenzo, dove insiste la memorabile scena dell’interpretazione dei sogni.
Oggi, invece, nell’era tecnologica si potrebbe pensare che questa tradizione stia scomparendo… e invece no, tutt’altro, stanno nascendo sempre più App per smartphone che consentono di scoprire, con pochi clic, il significato dei sogni e di qualsiasi avvenimento.
Tradizione e tecnologia si fondono assieme, creando una sinergia perfetta in grado di rivelare i numeri giusti da poter giocare al Lotto, con la speranza di vincere qualche euro.
Nasce così, per venire incontro alle nuove esigenze dei nativi digitali e non solo, iSmorfia, un’applicazione per iPhone, iPod Touch ed iPad.
In questa innovativa App le parole sono organizzate in ordine alfabetico, questo per rendere più semplice la consultazione di tutti i vocaboli in brevissimo tempo.
Molto ben curata la grafica dell’applicazione che risulta molto apprezzata dagli utenti. La cornice racchiude le varie parole ed i relativi numeri, la lettura verticale risulta estremamente fluida anche quando il contenuto da consultare risulta relativamente lungo. Le parole ed il numero corrispondente si possono, ovviamente, copiare e socializzare tramite le numerose applicazioni di condivisione: sms, e-mail, Facebook, Google+, Twitter e tante altre.